Vertigine cervicale: miti, realtà ed evidenza scientifica
La vertigine cervicale è un’entità controversa. La pluralità eziologica dei sintomi a essa associata ne rende difficile l’inquadramento diagnostico indipendentemente dall’eponimo finale. Storicamente, è difficile identificare il momento in cui vertigine e dizziness sono stati associati a disfunzioni del tratto cervicale, ancora più difficile risalire al momento in cui il tutto si sia trasformato in una diagnosi medica.
A un osservatore distratto il binomio cervicale-vertigine potrebbe sembrare logico e consequenziale visto che vertigine e dizziness spesso si scatenano durante la rotazione della testa. La variabile denominata “vertigine propriocettiva cervicogenica” è ancora in attesa di uno studio complementare che ne dimostri la reale esistenza; purtroppo, negli ultimi anni, si è assistito ad una rapida riduzione del numero di pubblicazioni scientifiche relative a questa patologia. Se si escludono quelli fatti nei casi di colpo di frusta, non ci sono studi epidemiologici e probabilistici.
Vertigine e dizziness sono tra le 20 cause più frequenti di consulto medico; l’80% di questi casi sono in condizioni di acuzie e di gravità tale da giustificare l’intervento del clinico. Il dizziness colpisce il 50% della popolazione sopra i 65 anni ed è la causa di consulto più frequente sopra i 75 anni. Il 50% dei pazienti che si presentano dal medico per dizziness sono effettivamente affetti da vertigine.
I sostenitori della vertigine di origine cervicale la considerano come la causa più comune di sindrome vertiginosa. Di fatto, i pazienti a cui vengono diagnosticate vertigini cervicali risultano avere anche altre affezioni: vascolari, neurologiche, optocinetiche, vestibolari, propriocettive (muscolo-scheletriche), ecc.
Molte sono le questioni legate alla definizione di “vertigine cervicale”. Innanzi tutto i vari studi scientifici (tutti in lingua inglese) spesso definiscono la stessa patologia con nomi differenti. Da ciò emerge una confusione terminologica. Furmann ha parlato di “dizziness cervico-genico” definendolo come una sensazione aspecifica di alterazione dell’equilibrio e dell’orientamento spaziale originata dall’attività anomala delle afferenze cervicali.
Non ci sono studi complementari specifici, ma soprattutto non esistono elementi clinici patognomici. La rotazione cervicale associata a dolore e vertigine appare essere l’elemento più importante per la diagnosi differenziale. Interessante notare come l’elemento tipico che caratterizza la vertigine/disequilibrio è una indeterminata rigidità cervicale. Si pensa che ciò possa essere dovuto all’insicurezza provata dal soggetto durante la deambulazione e quindi allo stato tonico-emozionale che ne consegue.
Esistono numerose evidenze circa l’utilità della terapia manuale e manipolativa associata o non a farmaci. Furmann ed al. sottolineano l’importanza della rieducazione vestibolare associata a manipolazioni in termini di rapido ed adeguato recupero della sintomatologia.
Yacovino DA. Vértigo cervical: mitos, realidades y evidencia científica. Neurología. 2012
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22981375
Fisioterapista, MSc, OMPT
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