Tendinopatia rotulea nel CrossFit: un esempio di ritorno allo sport
Dopo un infortunio sportivo la domanda posta dalla maggior parte degli atleti è “quando sarò in grado di tornare alla competizione“?
Il ritorno allo sport (RTS) è spesso una decisione presa isolatamente alla fine del processo riabilitativo, invece dovrebbe essere considerata come un continuum, in parallelo con il recupero e la riabilitazione.
Nel 2016 a Berna, nel corso del Primo Congresso Mondiale sulla Fisioterapia Sportiva, si è tenuto il Consensus Statement e proprio riguardo il tema del RTS sono state presentate le linee guida attuali, discutendo sul concetto del continuum. Il modello individuato si compone di tre fasi:
- Ritorno alla partecipazione: l’atleta può tornare ad allenarsi con dei WOD modificati specifici per la sua patologia. È una fase in cui lo sportivo ancora non è pronto (dal punto di vista medico, fisico e/o psicologico) al RTS.
- Ritorno allo Sport: è una fase in cui l’atleta ritorna allo sport, ma non è ancora al livello di prestazione desiderato.
- Ritorno alla Performance: l’atleta è ritornato gradualmente al suo stato di forma pre-infortunio o migliore.
È importante capire che spesso il processo di recupero non segue un andamento lineare e ci sono alcuni momenti, soprattutto negli infortuni acuti, in cui è indispensabile modificare il carico di lavoro e regredire nel continuum (ne ho parlato in questo articolo sul mio blog).
The StARRT Framework – Strategic Assessment of Risk and Risk Tolerance
È un modello teorico in 3 fasi che aiuta a stimare i rischi e le variabili che in differenti risultati a breve e lungo termine sono associati al RTS.
La fase 1 esamina i fattori che contribuiscono alla salute dei tessuti. In che fase di guarigione si trova l’atleta? L’atleta ha una storia di infortuni simili precedenti? Domande come queste aiutano a determinare la salute generale dei tessuti dello sportivo e se è pronto per il RTS.
La fase 2 esamina i carichi (stress) che i tessuti devono gestire. Fattori importanti da considerare sono: lo sport, il livello di competizione e lo stato psicologico. Dobbiamo conoscere il tipo di carico che dovranno sostenere i tessuti prima di determinare se un atleta è pronto a tornare allo sport o meno.
La fase 3 analizza i fattori contestuali, ad esempio aspettative, sponsor, famiglia, coach, il timore di essere escluso da un contesto, etc.
Il modello biopsicosociale
L’approccio biopsicosociale considera la malattia anche come alterazione di fattori psicologici (emozioni, pensieri) e sociali (cultura, esperienze, relazioni), risultato di una sinergia tra individuo e ambiente. Applicando la teoria dei sistemi e intendendo la persona come un’insieme integrato di funzioni, tutti gli elementi personali, sociali e ambientali possono influenzare l’atleta nel RTS. L’atleta potrebbe avere ansie e paure nel RTS e, di conseguenza, il suo ritorno dovrebbe essere prolungato.
Gestione del carico
Una delle cose più importanti nel RTS è la gestione del carico di allenamento. In un articolo sul mio blog ho spiegato come il rapporto tra l’ultima settimana di allenamento (carico acuto di lavoro) e le ultime quattro settimane (carico cronico) dovrebbe essere sempre tra 0,8-1,3 per ridurre al minimo il rischio di infortunio o di recidiva. Aumentare il carico troppo rapidamente aumenta il rischio di infortunio.
Tendinopatia rotulea, esempio pratico
Return to partecipation
In questa fase ho ipotizzato un rEMOM 12′ (Rehab every minute on the minute), un EMOM in chiave riabilitativa. L’EMOM è un tipico lavoro utilizzato nel CrossFit, lo trovo molto specifico in questa fase in quanto rende il programma riabilitativo più stimolante per l’atleta di CrossFit e molto vicino al modo di allenarsi.
Nei minuti vengono alternate le fasi di un tipico programma di riabilitazione utilizzato per la tendinopatia rotulea: isometric work, strength, energy storage.
rEMOM 16′
1° min 40” Goblet squat ISOMETRIC WORK
2° min 4”concentrica + 4” eccentrica Pistol squat STRENGTH
3° min 6 box jump ENERGY STORAGE
4° min rest
Return to sport
In questa fase l’EMOM ha un esercizio specifico: lo squat clean. Si richiede un grosso impegno in flessione del ginocchio, il carico utilizzato non è molto impegnativo e l’atleta può gestirlo senza troppi problemi: 3 rep a 50-60% di 1RM su un EMOM di 10′. In questa fase oltre al lavoro diretto sul ginocchio si ha la possibilità di iniziare a lavorare sui sistemi energetici e nello specifico quello anaerobico alattacido o lattacido a seconda delle ripetizioni utilizzate, aspetto fondamentale nel CrossFit.
Return to performance
L’EMOM ha un carico di lavoro uguale o superiore a prima dell’infortunio, 10 minuti 1-2 rep all’85-90% di 1RM.
Conclusioni
Il RTS dovrebbe essere sempre considerato come un continuum del percorso riabilitativo. Nel processo decisionale è possibile far riferimento allo StARRT framework, al modello biopsicosociale e alla gestione del carico di allenamento. Questo ci permette di integrare le componenti e ottenere un reale dialogo con tutte le componenti presenti nel processo di recupero dell’atleta offrendo costantemente un percorso estremamente individualizzato.
Bibliografia
Ardern CL, et al. 2016 Consensus statement on return to sport from the First World Congress in Sports Physical Therapy, Bern. Br J Sports Med. 2016 Jul;50(14):853-64.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27226389
Fisioterapista
https://crossphysio.it/
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