Stato di salute e infortuni negli ultramaratoneti

La partecipazione alle ultramaratone (gare di corsa su distanze superiori a 42 km) è aumentata esponenzialmente negli ultimi anni, con la conseguente necessità di comprendere l’impatto sullo stato di salute di queste attività. Gli ultramaratoneti hanno un ottimo stato di salute, ma riferiscono frequentemente infortuni associati alla corsa.

L’obiettivo primario di questo studio retrospettivo è stato valutare le possibili conseguenze sullo stato di salute associate con i livelli elevati di esercizio effettuati dagli ultramaratoneti. Queste informazioni sono importanti per comprendere i potenziali benefici e rischi di livelli di attività fisica superiori alla quantità moderata raccomandata per migliorare lo stato di salute generale.

Sono stati inclusi nello studio 1212 runner, età media 42 anni, 68% maschi. Di questi, il 94.7% aveva completato un’ultramaratona nei precedenti 12 mesi. La distanza media di corsa durante i precedenti 12 mesi era stata di 3347 km.

I risultati di questo studio supportano l’ipotesi che gli ultramaratoneti sono più sani e necessitano di un’attenzione medica minore se confrontati con la popolazione generale, tranne forse per i disturbi conseguenti agli infortuni associati alla loro attività fisica.
Rispetto all popolazione generale, la prevalenza di malattie croniche gravi (tumori, disturbi arteriosi, diabete, disturbi epilettici) e disturbi mentali negli ultramaratoneti è inferiore. Uniche eccezioni sono l’asma e le allergie, condizioni croniche più frequenti negli ultramaratoneti rispetto alla popolazione generale.

Gli ultramaratoneti hanno perso in media 2.2 giorni di lavoro o di scuola nei 12 mesi precedenti per infortunio o malattia. Questa assenza rappresenta solamente il 60% dei 3.7 giorni medi riportati dagli impiegati americani nel 2011. Inoltre, il numero medio di giorni nei quali più della metà della giornata è stata passata a letto per malattia o infortunio nell’anno precedente è stato di 1 per gli ultramaratoneti e di 4.7 per gli americani adulti. Questi dati supportano i risultati di uno studio precedente (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22242737/) che mostrava come gli ultramaratoneti perdono un numero inferiore di giorni di lavoro o di scuola per malattia o infortunio rispetto alla popolazione generale.

È interessante notare che gli ultramaratoneti hanno perso in media 0.3 giorni di lavoro o scuola nei precedenti 12 mesi per un infortunio associato alla corsa. Nonostante gli infortuni associati alla corsa siano frequenti in questa categoria di runner (il 64.6% ha riferito un infortunio associato alla corsa nei precedenti 12 mesi), questi infortuni non hanno determinato, nella maggior parte dei casi, un’assenza dal lavoro o dalla scuola.

Le distanze elevate percorse potrebbero rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza di infortuni associati alla corsa, ma i dati di questo studio indicano che la distanza media di corsa annuale era simile tra chi aveva subito e chi non aveva subito un infortunio. Di conseguenza, esistono probabilmente altri fattori associati agli infortuni oltre la distanza percorsa. Probabilmente, alcuni runner sono in grado di adattarsi maggiormente agli stress elevati delle ultramaratone e/o hanno delle caratteristiche intrinseche che riducono il rischio di infortunio rispetto a chi corre distanze più brevi. Anche le differenze nell’intensità, nella velocità e nei parametri spaziotemporali della corsa possono avere probabilmente un ruolo nel ridurre gli infortuni negli ultramaratoneti.

Gli ultramaratoneti che hanno subito un infortunio associato alla corsa nel precedente anno presentano delle caratteristiche differenti dagli ultramaratoneti non infortunati. Quelli che hanno subito un infortunio erano più giovani e meno esperti; eseguivano inoltre una proporzione maggiore dei loro allenamenti a intensità elevate. I runner che avevano subito una frattura da stress erano principalmente donne e con una probabilità maggiore di aver subito una frattura da stress in precedenza.

Questa apparente riduzione del rischio di infortunio associato con l’età e con una maggiore esperienza di corsa potrebbe semplicemente riflettere gli adattamenti conseguenti agli anni corsa e/o alla corsa su terreni irregolari, una migliore conoscenza derivante dall’esperienza e/o la presenza di caratteristiche intrinseche favorevoli.

La zona più frequentemente interessata da infortuni associati alla corsa nei runner inclusi nello studio è stata il ginocchio, con il 15% degli infortuni, come riportato in studi precedenti (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17473005/). Le fratture da stress sono state riportate per il 5.5% degli infortuni associati alla corsa nell’anno precedente. Le fratture da stress sembrano essere meno frequenti negli ultramaratoneti rispetto ai runner che corrono distanze inferiori (incidenza annua del 5-26%). È possibile ipotizzare che l’incidenza inferiore delle fratture da stress negli ultramaratoneti sia conseguente al fatto che solo la metà circa della corsa avviene su asfalto e l’altra metà su terreni irregolari (che sollecitano maggiormente il piede, aumentando il rischio di fratture da stress in questo distretto).

Hoffman MD, Krishnan E. Health and exercise-related medical issues among 1,212 ultramarathon runners: baseline findings from the Ultrarunners Longitudinal TRAcking (ULTRA) StudyPLoS One. 2014;9(1):e83867.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24416176/

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