Ritorno allo sport dopo una gestione conservativa della lesione del legamento crociato anteriore

Il trattamento di scelta generalmente consigliato dopo una lesione del legamento crociato anteriore (LCA) è la ricostruzione chirurgica, se la richiesta del paziente è la ripresa dell’attività sportiva (RTS), soprattutto se questa prevede cambi di direzione. La percentuale di RTS dopo la chirurgia è dell’83% negli atleti professionisti, fino all’85% negli adolescenti e nei soggetti in età pediatrica e più bassa, 55-63%, negli amatori. Di contro, pochi studi hanno indagato il RTS, soprattutto nel lungo termine, in soggetti trattati conservativamente.

La raccomandazione più recente è di gestire in modo conservativo, con un’adeguata riabilitazione, i soggetti con una lesione del LCA, compresi quelli con una richiesta funzionale importante. Lo studio KANON ha infatti mostrato che solo il 51% dei pazienti trattati conservativamente ha richiesto in seguito l’intervento chirurgico (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25926596).

L’obiettivo primario di questo studio retrospettivo è stato valutare il livello di RTS dopo una lesione del LCA gestita in modo conservativo. Obiettivo secondario è stato indagare la relazione tra il livello di RTS e i seguenti outcome: stabilità oggettiva, stabilità soggettiva, forza del quadricipite e degli hamstring.

Sono stati inclusi nello studio 55 pazienti (33 maschi e 22 femmine, età media 42 anni) con lesione del LCA diagnosticata clinicamente, con risonanza magnetica e/o con artroscopia. L’età media al momento dell’infortunio era di 28 anni. I pazienti, dopo l’infortunio, non hanno effettuato l’intervento chirurgico di ricostruzione del LCA per l’età, richieste funzionali basse, difficoltà economiche, problemi lavorativi o perché erano stabili da un punto di vista funzionale. I pazienti sono stati contattati 12 anni dopo l’infortunio. I pazienti avevano effettuato, successivamente all’infortunio, un programma di riabilitazione, incentrato principalmente al recupero della forza e della stabilità dinamica.

Il risultato più importante dello studio è stato che l’89% dei pazienti trattati conservativamente praticavano uno sport. Il 33% dei pazienti praticava sport che prevedono cambi di direzione, l’11% a un livello competitivo. La maggior parte dei soggetti avevano modificato l’attività sportiva, riferendo di prestare un’attenzione maggiore ai movimenti, in particolare l’appoggio del piede. Inoltre, molti pazienti avevano modificato gli obiettivi sportivi.

La correlazione più forte tra il RTS e gli outcome oggettivi è stata tra il livello di RTS e la forza di quadricipite e hamstring (misurata con dinamometro isocinetico) dell’arto infortunato. Il livello del RTS era correlato anche con la stabilità soggettiva (misurata con il Trust Questionnaire, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17236528), ma meno con la stabilità oggettiva anteroposteriore (valutata con artrometro KT1000).

Importante, i risultati hanno mostrato una differenza significativa nella forza e nella stabilità, in particolare quella oggettiva, tra i soggetti che hanno ripreso sport con cambi di direzione e i soggetti non in grado di farlo.

I soggetti inclusi nello studio possono quindi essere distinti in coper, coper potenziali e non coper. L’11% dei pazienti ha ripreso un’attività sportiva con cambi di direzione a livello competitivo. È possibile ipotizzare che questo sia stato possibile per le proprietà stabilizzatrici dei menischi, per la risposta neuromuscolare e/o per il recupero della stabilità dinamica e della forza muscolare.

Questo studio rinforza ulteriormente l’importanza della fisioterapia nei soggetti con lesione del LCA.

Keays SL, Newcombe P, Keays AC. Nearly 90% participation in sports activity 12 years after non-surgical management for anterior cruciate ligament injury relates to physical outcome measures. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2018 Nov 1.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30386997

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