Rigidità della capsula posteriore gleno-omerale
Samuele Passigli – Fisioterapista, OMT
Un meccanismo proposto per l’insorgenza del dolore di spalla è un aumento della rigidità della capsula articolare posteriore gleno-omerale. Questa condizione altera le traslazioni e l’asse di rotazione della testa omerale durante il movimento, creando condizioni che possono favorire la patologia articolare, sia negli atleti overhead sia nella popolazione generale.
Un aumento della rigidità della capsula posteriore è in genere valutato misurando la rotazione interna (RI) gleno-omerale con il paziente supino e la spalla abdotta a 90° e l’adduzione orizzontale (AO) con la scapola stabilizzata manualmente. Il problema principale è che questi metodi di misurazione clinica non permettono di differenziare tra una rigidità della capsula posteriore e una rigidità delle strutture muscolari posteriori della spalla. Ad esempio, Poser e Casonato hanno dimostrato in un case report che la terapia manuale applicata ai muscoli posteriori della spalla, senza modificare la posizione articolare, produce un aumento significativo della RI. Inoltre, anche modificazioni della retroversione omerale potrebbero influenzare l’escursione articolare, simulando una rigidità della capsula posteriore.
Alcuni studi suggeriscono di effettuare esercizi di stretching della capsula posteriore in soggetti con patologie di spalla. Le tecniche più utilizzate sono il cross-body stretch e lo sleeper stretch. Entrambi gli stretching possono essere effettuati dal clinico o indipendentemente dal paziente. Anche le mobilizzazioni articolari, in particolare i glide posteriori della testa omerale sul piano scapolare e in massima RI a 90° di abduzione, potrebbero essere efficaci nel ridurre la rigidità della capsula posteriore. Il release artroscopico della capsula posteriore è un’ulteriore opzione.
Comunque, la posizione e il dosaggio ottimali di trattamento per correggere la rigidità posteriore di spalla e per prevenire patologie non sono ancora state definite. In particolare, non è chiaro se un programma di trattamento domiciliare sia efficace come quello effettuato da un clinico. Probabilmente lo stretching e le mobilizzazioni articolari sono più efficaci se effettuate per tempi lunghi, sebbene questo aspetto non sia ancora stato esaminato negli studi clinici.
Dashottar A, Borstad J. Posterior glenohumeral joint capsule contracture. Shoulder Elbow. 2012 Oct 1;4(4).
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24265649/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Passione Evidence-Based. Con la speranza di diventare un Fisioterapista migliore
https://samuelepassigli.wordpress.com/
https://orcid.org/0000-0003-2862-0116
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