Prognosi nel lungo termine della tendinopatia rotulea nei giovani atleti

La prevalenza della tendinopatia rotulea è elevata negli sport caratterizzati da impegno importante del quadricipite in termini di velocità di contrazione e potenza, come pallavolo, basket, calcio e atletica. Gli atleti professionisti che partecipano in sport di salto sono a rischio maggiore, con una prevalenza fino al 50% nei giocatori di pallavolo. Il dolore è spesso persistente, con una durata media dai 32 ai 76 mesi, e può limitare e in qualche caso determinare la fine della carriera sportiva.
Purtroppo la prognosi nel lungo termine per i giovani atleti con tendinopatia rotulea non è conosciuta. Di conseguenza, i clinici non sono in grado di rispondere alla più frequenti domande dei giovani atleti (e dei loro genitori) con questo disturbo, come “quando guarirò?” o “se continuo ad allenarmi, avrò problemi in futuro?“.
In molti atleti con tendinopatia rotulea, l’imaging (MRI o ecografia) mostra alterazioni strutturali, come ispessimento localizzato del tendine, aree ipoecogene e vascolarizzazione aumentata. Però è possibile anche osservare tendini sintomatici con morfologia normale e tendini asintomatici con alterazioni morfologiche.

L’obiettivo di questo studio è stato indagare se limitazioni funzionali di ginocchio e alterazioni strutturali persistono oltre il termine della carriera sportiva e quanti atleti interrompono la pallavolo competitiva a causa della tendinopatia rotulea.

Sono stati inclusi nello studio 97 giocatori di pallavolo, che avevano sviluppato una tendinopatia rotulea (diagnosi clinica e con imaging) durante l’adolescenza, per un follow-up a distanza di circa 11 anni dall’insorgenza. I partecipanti sono stati invitati a compilare dei questionari (VISA-P, IKDC, strategie di trattamento effettuate dopo la diagnosi iniziale, partecipazione sportiva dal baseline al follow-up, motivi per l’eventuale abbandono dello sport) e ad effettuare MRI di entrambe le ginocchia.

I principali risultati di questo studio prospettico con follow-up nel lungo termine hanno mostrato che la tendinopatia rotulea non è una condizione auto-limitante. I giovani giocatori di pallavolo agonisti riferiscono una persistente riduzione della funzionalità di ginocchio al follow-up a 11 anni dalla diagnosi iniziale. La tendinopatia rotulea determina un ritiro dalle competizioni in circa un quinto dei giocatori e influenza questa decisione in un ulteriore 16%. Nonostante questi dati, i giocatori sintomatici con sintomi persistenti continuano ad essere attivi, nella pallavolo o in altri sport. Una possibile spiegazione può essere che adattano il livello di attività sportiva alla funzionalità di ginocchio, dato che i sintomi hanno la caratteristica di aggravarsi con gli aumenti di volume e intensità. Di conseguenza, gli adolescenti con tendinopatia rotulea con recente insorgenza dovrebbero essere informati che questo disturbo non rappresenta una condizione auto-limitante e che una gestione appropriata, mirata alla completa risoluzione dei sintomi, dovrebbe essere iniziata prima possibile, anche se dovesse essere necessaria una sospensione temporanea delle competizioni.

Interessante, la maggior parte delle alterazioni strutturali osservate con l’imaging al baseline (circa il 70%) si normalizzano nel lungo termine, ma nonostante questo fenomeno, i sintomi persistono. Questo dato evidenzia che non sempre i sintomi sono correlati con la struttura tendinea. Di conseguenza, l’utilizzo dell’imaging a scopo prognostico nella tendinopatia rotulea è discutibile.

Visnes H, et al. Long-term Prognosis of Patellar Tendinopathy (Jumper’s Knee) in Young, Elite Volleyball Players: Tendon Changes 11 Years After Baseline. Am J Sports Med. 2024 Oct 22:3635465241284648.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39439271/