Modificazioni dei biomarker cartilaginei durante un’ultramaratona di 4486 km

Le ultramaratone (distanze superiori a 42 km senza interruzioni o superiori a 42 km al giorno in più giorni) rappresentano uno stress estremo al copro umano, per durata e condizioni ambientali. Gli effetti delle ultramaratone sullo stato di salute hanno ricevuto recentemente molta attenzione, anche se la letteratura è principalmente limitata agli effetti sui sistemi cardiovascolare, respiratorio e gastrointestinale. Le informazioni sugli effetti delle ultramaratone sulla cartilagine articolare sono scarse. Uno studio su una ultramaratona transcontinentale di 4486 km non ha mostrato alcun cambiamento morfologico o di spessore della cartilagine a livello della caviglia (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25132208/).
Il turnover della cartilagine e i cambiamenti tissutali indotti dalle sollecitazioni di carico sono in genere valutati quantificando la concentrazione dei biomarker cartilaginei (proteine e enzimi) nel sangue. I biomarker cartilaginei, come la proteina oligomerica della matrice cartilaginea (COMP) e la metalloproteinasi della matrice (MMP), riflettono il metabolismo della cartilagine. Un altro componente importante della cartilagine, soprattutto nel contesto della meccanosensibilità cartilaginea, è il collagene di tipo II. Lo sfaldamento del collagene di tipo II per la collagenasi produce frammenti, come l’epitopo C2C, che riflettono la degradazione della cartilagine.

L’obiettivo di questo studio è stato valutare i cambiamenti dei biomarker della cartilagine nel sangue durante un’ultramaratona multistage.

Sono stati inclusi nello studio 36 runner partecipanti alla TransEurope Foot Race del 2009, ultramaratona di 4486 km in 64 giorni senza giorni di riposo (circa 70 km di distanza media percorsa al giorno), da Bari a Capo Nord.
È stato prelevato un campione di sangue per valutare i livelli di biomarker nei 4 giorni precedenti la partenza e nei giorni 15 (1002 km), 31 (2132 km), 47 (3234 km) e 58 (4039 km) dei 64 giorni di gara.
I partecipanti inclusi nello studio hanno mantenuto una velocità media della corsa di circa 8.2 km/h e hanno perso in media 5.3 kg di peso. Ci sono stati 11 dropout per shin splint (n = 4), thigh splint (n = 2), dolore al piede con purulenza (n = 1), processo infiammatorio con purulenza ad un dito trattato con chirurgia (n = 1), frattura di tibia prossimale (n = 1), frattura pelvica anteriore (n = 1) e infezione delle vie respiratorie (n = 1).
Solamente il livello di alcuni biomarker COMP e MMP è aumentato significativamente nei primi 11 giorni e è rimasto elevato per tutta la gara. Questo risultato mostra che solamente alcuni biomarker della cartilagine sono sensibili alla corsa estrema. Il COMP è quello più spesso utilizzato come misura surrogata della degradazione della cartilagine. Aspetto interessante, l’aumento del COMP mostrato in questo studio (+ 22.5%) non è maggiore dell’aumento riportato nelle maratone (l’aumento di COMP riportato dopo una maratona è compreso tra 17% e 60%). Inoltre, i livelli di COMP evidenziati non sono stati maggiori a quelli misurati in altre attività fisiche, come camminare 14 km in salita, camminare per 30 minuti o correre per 30 minuti.
Il fatto che i livelli di COMP non abbiano un aumento maggiore durante una ultramaratona multi-stage rispetto ai livelli riportati per le gare più brevi suggerisce che il riposo giornaliero potrebbe essere sufficiente per un recupero tissutale, almeno parziale. Questi risultati sono in linea con dati precedenti che hanno mostrato la capacità della matrice cartilaginea della caviglia di rigenerare, almeno parzialmente, durante una ultramaratona multi-stage.
Questi risultati sono rilevanti non solo per gli ultrarunner, ma anche per gli atleti professionisti sottoposti a importati distanze settimanale per preparare una maratona o competizioni di più giorni o settimane.

Mündermann A, et al. Changes in Cartilage Biomarker Levels During a Transcontinental Multistage Footrace Over 4486 km. Am J Sports Med. 2017 Sep;45(11):2630-2636.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28650691

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