La protesi di anca più veloce del mondo
The Lancet ha definito la protesi totale di anca (THA) come “intervento del secolo” per la capacità di migliorare in modo importante la funzionalità e il dolore di un individuo. Gli interventi di THA negli Stati Uniti sono stati circa 253000 nel 2010, ma sono stimate 572000 operazioni nel 2030. Tradizionalmente, le THA sono indicate per i pazienti anziani con limitazioni importanti, ma un numero sempre maggiore di soggetti più giovani è sottoposto a questo intervento. Ad oggi, circa il 12% degli interventi di THA è effettuato in pazienti con meno di 50 anni. Oltre ad un’età inferiore, molti pazienti aumentano il loro livello di attività dopo THA, spesso triplicandolo rispetto a quello precedente l’operazione.
L’American Association of Hip and Knee Surgeons (AAHKS) raccomanda regimi di attività postoperatorie con poche restrizioni per le attività a basso impatto, ma con il massimo divieto per le attività ad alta intensità, inclusa la corsa. La limitazione di attività ad alto impatto ha il principale obiettivo di limitare l’usura dei componenti e la necessità di interventi di revisione.
Nonostante queste raccomandazioni, sono riportati casi di pazienti che hanno praticato attività con impatto estremo dopo interventi di THA o di rivestimento dell’anca. I più famosi sono Bo Jackson (che ha giocato per molti anni nel baseball professionistico dopo THA), un triatleta ironman, il professionista della National Hockey Ed Jovanovski e il wrestler Mark William Calaway (“The Undertaker”).
La letteratura sulle attività a impatto estremo dopo THA è quindi scarsa. In questo case report è presentato il follow up a 6 anni di un giovane paziente che, dopo intervento di THA, ha ripreso la partecipazione a gare di corsa sulla lunga distanza su pista (National Collegiate Athletic Association) Division-I. Il suo miglior tempo sui 1500 m è stato 3:47.64 (min:sec).
Case report
Un ragazzo di 26 anni è stato sottoposto a THA destra all’età di 20 anni per necrosi di anca dopo il fallimento delle strategie conservative.
Il recupero non aveva presentato complicazioni e il paziente aveva ripreso gli allenamenti 7 settimane dopo l’intervento. Ha partecipato alla prima gara di cross country di 8 km 3 mesi dopo l’intervento, concludendo in 29:24.
La carriera del paziente ha compreso 3 campionati nazionali NAIA nella staffetta 4×800 m e la prova nazionale NAIA di cross country con un tempo di 25:15 nella distanza di 8 km a distanza di 1-2 anni dall’intervento. I suoi tempi migliori comprendono 1:53.68 negli 800 m, 3:47.64 nei 1500 m, 14:30.03 nei 5 km e 25:00 nel cross country di 8 km. Il tempo sui 1500 m continua ad essere il record della scuola. Terminata la carriera collegiale, ha interrotto le corse su lunghe distanze e ha continuato a praticare attività sportive a basso impatto.
All’ultimo follow up, non presentava sintomi clinici e radiologici.
Durante il periodo agonistico, il programma di allenamento prevedeva settimanalmente circa 100 km di corsa, associati a due sessioni di allenamento della forza.
I progressi nelle tecniche chirurgiche e negli impianti possono produrre risultati impressionanti, ma le eventuali conseguenze delle attività con impatto elevati non sono ancora conosciute. Le attività raccomandate dopo THA differiscono molto tra i chirurghi, ma sembra esistere un trend nelle raccomandazioni più recenti verso il permesso di eseguire una varietà maggiore di attività, comprese anche attività più intense.
Christensen DD, Nelms NJ. Competitive Running After Total Hip Arthroplasty: The World’s Fastest Total Hip: A Case Report. JBJS Case Connect. 2018 Oct-Dec;8(4):e81.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30303849/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Passione Evidence-Based. Con la speranza di diventare un Fisioterapista migliore
https://samuelepassigli.wordpress.com/
https://orcid.org/0000-0003-2862-0116
Emilio
Interessante! Quello dell’attività sportiva dopo artroprotesi è un tema complesso, per il quale non disponiamo di evidenze solide ed è molto complesso produrne…
Ti segnalo solo un refuso: l’articolo di Learmonth di Lancet che citi parla di intervento del secolo, tu hai scritto del secondo, evidentemente influenzato dal tema del tuo articolo!
Samuele Passigli
Grazie per la segnalazione Emilio, refuso corretto!