La cadenza abituale è associata con gli infortuni nella corsa?

Una strategia proposta per ridurre gli infortuni associati alla corsa (RRI) è l’aumento della cadenza (che come conseguenza riduce la lunghezza del passo). Precedenti ricerche hanno mostrato che un aumento della cadenza riduce lo stress biomeccanico a livello di anca, ginocchio e articolazione femororotulea, ma solamente uno studio prospettico ha indagato l’associazione tra la cadenza e i RRI. In questo studio, gli autori hanno mostrato che i cross country runner con una cadenza ≤ 164 avevano un rischio maggiore di 6.7 volte di subire un infortunio rispetto ai runner con una cadenza ≥ di 174 passi al minuto. I runner inclusi in questo studio erano solamente 68 e gli unici infortuni indagati erano a carico di gamba e ginocchio, limitando di conseguenza la generalizzazione dei risultati.

L’obiettivo primario di questo studio è stato indagare l’associazione tra la cadenza abituale e in rischio di infortunio nei runner amatoriali.

381 runner sono stati seguiti prospetticamente per una media di 9 mesi. Alla valutazione iniziale, la cadenza abituale dei runner è stata valutata con analisi video in 2D durante una corsa di 5 km.

Tutti i partecipanti mensilmente dovevano fornire la distanza percorsa settimanalmente e se avevano limitato l’attività per la presenza di un infortunio. In caso di infortunio, i partecipanti dovevano indicare la zona, la gravità e le caratteristiche.

Nei 9 mesi di osservazione, il 7% dei runner ha subito un infortunio che ha necessitato di un trattamento medico (infortuni documentati clinicamente). Il 16% dei runner ha riferito un infortunio che non ha necessitato di un trattamento medico (infortuni auto-riferiti dal runner).

L’analisi dei risultati non ha mostrato un’associazione tra la cadenza e l’incidenza di RRI. La cadenza media è stata di 172 passi al minuto nei runner non infortunati e di 173 passi al minuto nei runner infortunati. In questo studio una cadenza maggiore non ha rappresentato un fattore protettivo per i RRI nei runner amatoriali.

Una principale limitazione di questo studio è che un infortunio è stato definito come un dolore che limita la corsa per almeno 7 giorni. Di conseguenza, questa definizione potrebbe non aver identificato infortuni minori.

Mentre la cadenza abituale potrebbe non rappresentare un fattore associato ai RRI, la manipolazione di questa variabile può rappresentare una strategia efficace per la gestione del runner infortunato all’interno di un running retraining.

Szymanek EB, Miller EM, Weart AN, Morris JB, Goss DL. IS STEP RATE ASSOCIATED WITH RUNNING INJURY INCIDENCE? AN OBSERVATIONAL STUDY WITH 9- MONTH FOLLOW UPInt J Sports Phys Ther. 2020;15(2):221–228.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32269855/

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