Identificazione di sottotipi di pazienti con disturbo temporomandibolare nelle cure primarie

Questo studio ha esaminato i pazienti con disturbi temporomandibolari (TMD) in un contesto sanitario di base, utilizzando la Graded Chronic Pain Scale (GCPS) per valutare la disabilità correlata al dolore e classificare i pazienti in tre sottogruppi:

  • Pazienti senza disabilità
  • Pazienti con bassa disabilità
  • Pazienti con alta disabilità

Le variabili psicosociali considerate nello studio includevano ansia, stress, preoccupazione, catastrofismo, autoefficacia e salute generale.

Risultati principali

I risultati hanno evidenziato che la maggior parte dei soggetti (61%) rientrava nel gruppo senza disabilità, il 27% nel gruppo con bassa disabilità e il 12% nel gruppo con alta disabilità. I pazienti senza disabilità hanno mostrato un funzionamento psicosociale adeguato, con minori sintomi di angoscia e una migliore capacità di controllo del dolore. Al contrario, i pazienti con alta disabilità presentavano livelli più elevati di depressione, somatizzazione, disfunzioni del sonno e preoccupazione. Il gruppo con bassa disabilità si collocava in una posizione intermedia tra gli altri due gruppi.

Implicazioni cliniche

Lo studio suggerisce che il punteggio di disabilità correlato alla GCPS è uno strumento semplice ed efficace per lo screening dei pazienti con TMD nelle cure primarie, poiché aiuta a identificare sottotipi psicosociali clinicamente rilevanti. L’uso dell’ASSE II dei criteri diagnostici di ricerca per i disturbi temporomandibolari (RDC/TMD) e il riconoscimento di altre variabili psicosociali può ulteriormente migliorare l’identificazione dei sottotipi di pazienti, consentendo approcci terapeutici personalizzati.

In particolare, è emerso che i pazienti senza disabilità beneficiano maggiormente di approcci di autocura, mentre quelli con problematiche psicologiche significative traggono vantaggio da trattamenti che includono componenti cognitivo-comportamentali. Inoltre, la capacità di controllare e ridurre il dolore è stata significativamente migliore nel gruppo senza disabilità rispetto agli altri, suggerendo che con l’aumento della disabilità aumentano anche le difficoltà nel gestire il dolore.

Considerazioni finali

L’applicazione della GCPS per identificare i sottotipi psicosociali nelle cure primarie può migliorare la personalizzazione dei trattamenti per i pazienti con TMD. Studi futuri potrebbero esplorare l’efficacia di piani di trattamento su misura e la loro applicabilità nelle strutture di assistenza primaria, dove viene presa in carico la maggior parte dei pazienti con TMD.

Implicazioni pratiche per i fisioterapisti

Per i fisioterapisti che operano in strutture di assistenza primaria, è cruciale utilizzare strumenti di screening come la GCPS per identificare i pazienti che potrebbero beneficiare di diverse strategie terapeutiche. La maggior parte dei pazienti con TMD, circa il 60%, potrebbe trarre beneficio da una terapia conservativa focalizzata sull’educazione del paziente. Tuttavia, per il 12% dei pazienti con alta disabilità, è consigliata una valutazione più approfondita e un approccio multimodale, preferibilmente gestito da un team multidisciplinari in cliniche specializzate in TMD.

Questo studio sottolinea l’importanza di un approccio personalizzato nella gestione dei pazienti con TMD, considerando i fattori psicosociali che influenzano significativamente la disabilità e il benessere generale del paziente.

Kotiranta U, et al. Subtyping patients with temporomandibular disorders in a primary health care setting on the basis of the research diagnostic criteria for temporomandibular disorders axis II pain-related disability: a step toward tailored treatment planning? J Oral Facial Pain Headache. 2015 Spring;29(2):126-34.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25905530

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