Fattori predittivi di dolore e funzionalità nel dolore femororotuleo

Una percentuale importante di soggetti con dolore femororotuleo (PFP) riferisce sintomi persistenti nel lungo termine, anche a follow-up a 8 anni. Una maggiore durata della sintomatologia (> 4 mesi) e sintomi più intensi alla valutazione iniziale sono i fattori prognostici per un outcome scarso più frequentemente riportati.

I fattori psicologici predicono un outcome insoddisfacente in numerosi disturbi muscoloscheletrici. Ansia, depressione, catastrofizzazione e paura del movimento sono importanti anche nel PFP.

L’obiettivo di questo studio è stato valutare i fattori predittivi per i cambiamenti del dolore e della funzionalità a distanza di un anno nei soggetti con PFP.

I dati in questo studio sono stati analizzati da un precedente RCT (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30958707/) nel quale 112 pazienti erano stati randomizzati in 3 gruppi di intervento, della durata di 6 settimane: 1) educazione del paziente associata a esercizi di rinforzo dei muscoli dell’anca, 2) educazione del paziente associata a esercizi di rinforzo del quadricipite 3) e educazione del paziente associata a un’attività di movimento a piacere.

I dati raccolti alla valutazione iniziale e al follow-up a un anno sono stati utilizzati per l’analisi. L’outcome principale è stato il punteggio all’Anterior Knee Pain Scale (AKPS); outcome secondari sono stati l’intensità del dolore e il cambiamento globale.

I fattori predittivi psicologici includevano la paura del movimento, la self-efficacy, l’ansia e la depressione. Il numero di regioni dolorose è stato valutato con un adattamento del Standardized Nordic Questionnaire: i pazienti registravano la presenza di dolore (si/no) in 9 regioni (testa, collo, spalla, gomito, mano, schiena, anca, ginocchio e caviglia).

I risultati dello studio hanno mostrato che un punteggio inferiore all’AKPS e un numero maggiore di regioni dolorose rappresentavano i fattori predittivi significativi per un punteggio più basso all’AKPS a un anno.
Livelli maggiori di dolore alla valutazione iniziale, una durata maggiore della sintomatologia e un numero maggiore di regioni dolorose predicevano livelli maggiori di dolore a un anno.
Per il cambiamento globale, il sesso femminile, un punteggio più basso all’AKPS iniziale, una maggiore self-efficacy e un numero inferiore di regioni dolorose sono stati fattori predittivi di un cambiamento maggiore a un anno.

Il fattore predittivo più consistente di un outcome scarso a un anno è stato il numero di regioni dolorose alla valutazione iniziale. Anche studi precedenti hanno identificato un dolore diffuso come fattore prognostico negativo in altri disturbi muscoloscheletrici, fattore associato a scarsa funzionalitànumero di sintomi non muscoloscheletrici e disabilità lavorativa nel lungo termine.

Il significato di un dolore diffuso non è ancora completamente chiaro. Un dolore diffuso è spesso fortemente associato con numerosi fattori psicologici e potrebbe essere un indicatore della presenza di sensibilizzazione centrale. I fattori psicologici, il dolore diffuso e la sensibilizzazione sono fattori predittivi in numerosi disturbi muscoloscheletrici; i risultati di questo studio indicano che potrebbero essere importanti anche nei soggetti con PFP. Conoscere i fattori di rischio per un outcome scarso è utile in un setting clinico, ad esempio per informare i pazienti su un outcome realistico.

Hott A, et al. Predictors of Pain, Function, and Change in Patellofemoral PainAm J Sports Med. 2019;363546519889623.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31821014/

1 commento

  • Samuele Passigli

    Ghersi R, Martinelli S, Richeldi A, Clerici P, Grazioli P, Gobba FM. Versione in lingua Italiana del questionario standardizzato autocompilabile Nordic IRSST per la rilevazione di disturbi muscoloscheletrici [The Italian version of Nordic Musculoskeletal Standardized Questionnaire]. G Ital Med Lav Ergon. 2007;29(3 Suppl):564–566.
    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18409834/

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