Dolore all’articolazione temporomandibolare e associazione con risultati della risonanza magnetica
I disturbi temporomandibolari (TMD) comprendono un insieme di segni e sintomi tra cui disfunzioni masticatorie, spostamenti del disco e reazioni infiammatorie, che possono richiedere un approccio multidisciplinare. Circa il 5%-12% della popolazione ha sintomi dovuti a TMD e circa la metà fino ai due terzi di questi cercheranno un trattamento, spesso ricorrendo a diversi dentisti e medici specializzati in cerca di aiuto. Il dolore nell’articolazione temporomandibolare (ATM) e ai muscoli masticatori (MM) è causa dei principali disturbi dei pazienti con TMD per cui è necessario il trattamento e la gestione di quelli che da lungo tempo lamentano TMD è impegnativa.
La risonanza magnetica (RM) non è il primo approccio diagnostico per il dolore della ATM, tuttavia per gli specialisti orali e maxillo-facciali è inclusa nel processo di diagnosi e valutazione per il trattamento e il follow-up dei pazienti con TMD quando il trattamento non invasivo non riesce ad alleviare i sintomi. L’imaging è essenziale per una diagnosi accurata di spostamento del disco, deformazioni degenerative del disco e dell’osso, reazioni infiammatorie e altre condizioni patologiche e la RM permette di visualizzare non solo l’osso e i tessuti molli, ma anche il contenuto di fluidi all’interno di questi tessuti.
Diversi studi hanno indagato la relazione tra i reperti clinici e i risultati della RM riguardo i disturbi dell’ATM, ma il confronto di diverse pubblicazioni basate su questa relazione è spesso difficile o non possibile a causa della mancanza di parametri diagnostici clinici e della RM paragonabili. Lo scopo di questo studio è stato quello di sistematizzare le descrizioni della RM rispetto ai sintomi clinici. L’impatto dell’invecchiamento sulla diagnostica per immagini è stato considerato di ulteriore importanza.
Sono stati inclusi nello studio 79 pazienti con disturbi all’ATM e 26 volontari sani a rappresentare il gruppo di controllo. I pazienti non avevano manifestato risposte a un trattamento non-invasivo di 6-12 mesi che includeva esercizi per i muscoli masticatori e terapia con sprint orale e l’esame clinico cui erano stati sottoposti avevano rivelato la necessità di maggiori indagini diagnostiche. Soggetti clinicamente co promessi e soggetti con mal di testa cronico, emicrania, fibromialgia e dolore associato a problemi dentali o altre condizioni infiammatorie sono stati esclusi dallo studio. I nostre i pazienti i cui sintomi originavano dai muscoli masticatori sono stati esclusi.
Un esperto chirurgo orale e maxillo-facciale ha esaminato i pazienti, che lamentavano principalmente: dolore pre-auricolare localizzato, rumori dell’ATM come tic o scrosci, disfunzioni articolari come blocchi o movimenti scoordinati, gonfiore pre-auricolare, insorgenza improvvisa o graduale di malocclusione. Le variabili cliniche studiate in questo studio sono state la massima apertura verticale della bocca e il dolore alla palpazione dell’ATM.
I seguenti gruppi sono stati inclusi:
-gruppo TMD: 55 pazienti (46 donne, 9 uomini, età 16-68 anni, età media=42,5 anni) con TMD generici, compresi dolore e disfunzioni funzionali;
-gruppo artrite: 24 pazienti (18 donne, 6 uomini, età 25-67 anni, età media=45,1 anni) con artrite infiammatoria diagnosticata secondo i criteri correnti, 17 con artrite reumatoide (RA), 4 con spondilite anchilosante (AS) e 3 con artrite psoriasica (PsA);
-gruppo di controllo: 26 volontari sani (18 donne, 8 uomini, età 20-56 anni, età media=33,2 anni) senza alcun sintomo presente o precedente all’ATM.
Sono stati esclusi dallo studio i volontari con una qualsiasi storia di malattia reumatica o altri disturbi muscolari o articolari.
Esame clinico
L’apertura massima non assistita della bocca è stata registrata come distanza tra gli incisivi in millimetri a bocca aperta e la massima distanza tra gli incisivi a bocca aperta inferiore a 30 mm è stata classificata come patologica. Il dolore all’ATM è stato registrato attraverso palpazione manuale bilaterale dell’aspetto laterale della testa del condilo e successivamente registrato come dolore originato dall’ATM. I dati clinici per i pazienti del gruppo TMD e del gruppo artrite sono stati raccolti retrospettivamente dal diario dei pazienti. Nello studio sono state incluse solo le immagini con la bocca chiusa. Non sono stati somministrati mezzi di contrasto endovenoso.
I risultati della risonanza magnetica sono stati esaminati retrospettivamente e descritti da un radiologo orale e maxillo-facciale in cieco per tutti i dati clinici. I risultati sono stati registrati come positivi se presenti sia unilateralmente che bilateralmente. I soggetti di tutti i gruppi sono stati ulteriormente classificati in due sottogruppi – età>40 anni ed età<40 anni – per testare l’influenza dell’invecchiamento sui risultati della risonanza magnetica. I parametri clinici che limitavano l’apertura della bocca e il dolore alla palpazione dell’ATM stato testati separatamente per l’associazione con le variabili della risonanza magnetica. Quando il dolore all’ATM si correlava con i risultati della RM, i lati destro e sinistro sono stati valutati separatamente.
Risultati clinici. Il dolore alla palpazione di una o di entrambe le ATM è stato riscontrato nell’88% dei pazienti nel gruppo TMD e nel 57% del gruppo artrite. Inoltre, il 42% dei pazienti del gruppo TMD aveva un’apertura della bocca ridotta (<30 mm) rispetto al 21% del gruppo artrite. Nessuno dei volontari sani inclusi aveva un’apertura della bocca ridotta (<30 mm) o dolore alla palpazione dell’ATM.
Risultati della risonanza magnetica del gruppo TMD. Dei pazienti del gruppo TMD, il 75% aveva uno spostamento moderato o esteso del disco anteriore (ADD), senza riduzione quando diagnosticato in occlusione (bocca chiusa), sia unilateralmente che bilateralmente, e il 67% aveva deformazioni del disco, con quantità moderate, marcate o estese di liquido articolare o veramento nel 50% dei pazienti. Gli osteofiti erano presenti nel 58% dei pazienti, il 56% dei pazienti aveva un appiattimento del condilo, il 53% presentava danni sulla superficie del condilo e il 47% edema della midollare ossea. Ad eccezione del versamento, tutti i parametri della RM erano significativamente più prevalenti tra i pazienti con TMD rispetto al gruppo di controllo.
Gruppo artrite. Il 75% dei pazienti nel gruppo artrite aveva un’ADD moderata o estesa senza riduzione, sia unilaterale che bilaterale, e il 50% aveva gravi cambiamenti nella morfologia biconcava del disco. Di questi pazienti, il 58% aveva una moderata, marcata o estensiva quantità di versamento nei compartimenti sinoviali. Un appiattimento superiore della testa del condilo è stata riscontrata nell’83% dei pazienti, l’83% aveva danni sulla superficie del condilo, osteofiti sulla testa del condilo erano presenti nel 71% dei pazienti, edema della midollare ossea nel 38% dei pazienti nel gruppo artrite. Fatta eccezione per la deformazione del disco, tutte le variabili della RM erano significativamente maggiormente prevalenti tra i pazienti del gruppo artrite rispetto al gruppo di controllo.
Influenza dell’età sui risultati della risonanza magnetica. Dei pazienti con TMD di età>40 anni, l’80% aveva deformazioni del disco, percentuale significativamente maggiore che nella popolazione più giovane. Non sono state riscontrate altre differenze significative nei risultati della RM tra i pazienti di età<40 anni e quelli di età>40 anni nei due gruppi di pazienti. Nel gruppo di controllo, più individui di età>40 anni avevano osteofiti sulla testa del condilo, deformazioni del disco, ADD e danni sulla superficie della testa del condilare rispetto ai partecipanti più giovani. Il versamento era più frequente nella fascia d’età più giovane, ma la differenza non era statisticamente significativa.
Relazione tra i risultati clinici e la risonanza magnetica. Sia il dolore alla palpazione dell’ATM che l’apertura limitata della bocca erano statisticamente più frequenti nei gruppi di pazienti rispetto al gruppo di controllo, tuttavia non sono state riscontrate associazioni statisticamente significative tra i parametri clinici e la risonanza magnetica nei due gruppi di pazienti.
I risultati del presente studio indicano che i reperti della RM dell’artrosi dell’ATM non sono necessariamente legati a disturbi funzionali progressivi come l’apertura limitata della bocca o il dolore alla palpazione dell’ATM. Inoltre, la maggior parte delle variabili della risonanza magnetica erano significativamente più prevalenti nei gruppi di pazienti rispetto al gruppo di controllo. Comunque l’aumento della prevalenza di alcuni risultati della RM con l’aumento dell’età tra i soggetti sani indica che alcuni risultati sono dovuti a cambiamenti degenerativi legati all’età piuttosto che a cambiamenti patologici.
Diversi gradi di ADD sono comuni nei pazienti che lamentano TMD generici e quasi un terzo dei volontari asintomatici nel presente studio aveva ADD alla RM, il che può indicare che ADD non direttamente o non sempre induce dolore nella ATM. Non è stato possibile trovare alcuna associazione significativa in questo studio tra i sintomi clinici e i risultati della risonanza magnetica della ATM.
Nel gruppo di controllo, l’età ha chiaramente fatto la differenza nella prevalenza di deformazioni del disco e di osteofiti sulla testa del condilo, questi risultati sono aumentati significativamente con l’età. C’è stata anche la tendenza per la quale l’età ha avuto lo stesso impatto sull’ADD e sulle danni superficiali sulla testa del condilo, anche se i risultati relativi all’ADD devono essere letti attentamente, poiché le valutazioni della risonanza magnetica nel presente studio non sono state in grado di distinguere tra ADD con o senza riduzione. Per il versamento è stato il contrario, con una prevalenza più alta tra i soggetti più giovani del gruppo di controllo.
Alcuni risultati sulla risonanza magnetica sono dovuti a cambiamenti degenerativi legati all’età piuttosto che a cambiamenti patologici. I risultati mostrano anche che i risultati clinici come il dolore alla palpazione dell’ATM e la riduzione dell’apertura della bocca possono non essere correlati ai cambiamenti diagnosticati dalla RM. Per i chirurghi specialisti, in particolare, la RM dovrebbe essere inclusa nella valutazione e nel follow-up dei pazienti con segni clinici di problemi dell’ATM se il trattamento non invasivo non riesce ad alleviare i sintomi.
In conclusione, i dati del presente studio dimostrano che nell’ATM i risultati della RM possono migliorare la diagnosi clinica. I risultati indicano che alcuni reperti sono dovuti a cambiamenti degenerativi legati all’età piuttosto che a cambiamenti patologici. Inoltre, l’ADD senza riduzione è stato diagnosticato con la risonanza magnetica a “bocca chiusa” nel 75% dei casi. I risultati mostrano anche che i risultati clinici come il dolore e l’apertura limitata della bocca possono non essere correlati ai cambiamenti diagnosticati con la risonanza magnetica.
Eriksen ES, Hellem S, Skartveit L, Brun JG, Bøe OE, Moen K, Geitung JT. Temporomandibular joint pain and associated magnetic resonance findings: a retrospective study with a control group. Acta Radiol Open. 2020 Sep 30;9(9):2058460120938738.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33088591/
Fisioterapista, MSc, OMPT
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