Cosa succede alla colonna lombare dopo una maratona?

Oltre un milione di runner partecipa ogni anno ad una maratona. Nonostante i benefici ormai ben conosciuti della corsa sul sistema cardiovascolare, esiste ancora molta confusione sugli effetti sulla salute della colonna lombare, in modo particolare sui dischi intervertebrali (IVD).

L’obiettivo di questo studio prospettico è stato valutare i risultati della risonanza magnetica (MRI) a 3.0 T in runner prima e dopo un programma di allenamento di 4 mesi e la partecipazione alla loro prima maratona (42 km).

Sono stati inclusi nello studio 28 runner iscritti alla loro prima maratona (Richmond Marathon 2019). Tutti i partecipanti riportavano una precedente esperienza di corsa simile: partecipazione a gare su distanze comprese tra 10 km e mezza maratona (21 km).
Tutti i partecipanti hanno effettuato un programma di allenamento per la maratona di 4 mesi (con un graduale aumento settimanale delle distanze percorse) fornito dagli organizzatori della gara.
Tutti hanno effettuato una MRI della colonna lombare prima di iniziare il programma di allenamento (time point 1). 21 partecipanti su 28 hanno completato sia il programma di allenamento sia la maratona (finisher). 7 partecipanti non hanno completato il programma di allenamento e non hanno partecipato alla gara (nessuno per sintomi lombari). Dopo lo svolgimento della maratona, i partecipanti hanno effettuato una seconda MRI (time point 2).
I risultati della MRI valutati sono stati: altezza dei IVD height, spessore dei IVD, distanza intervertebrale e degenerazione discale. È stata inoltre presa in considerazione la presenza di altri aspetti, come fratture da stress, edema delle faccette articolari e anomalie dell’articolazione sacroiliaca.

I risultati dello studio hanno mostrato che correre circa 800 km in 4 mesi e successivamente una prima maratona non determina eventi avversi sulla colonna lombare, anche nei casi nei quali sono presenti alterazioni degenerative asintomatiche. Inoltre, l’edema osseo dell’articolazione sacroiliaca, evidenziato in 8 partecipanti al time point 1, era regredito in 2 di loro al time point 2.
Prima di iniziare il programma di allenamento (time point 1), il 61% dei partecipanti presentava alterazioni dei IVD, soprattutto ai livelli L4–L5 e L5–S1, nonostante una completa assenza di sintomi. Dopo la maratona, non sono stati evidenziati cambiamenti nei IVD o nelle misurazioni delle caratteristiche dei IVD. Nessun partecipante ha riferito la comparsa di mal di schiena. Non ci sono state differenze nel tempo impiegato per completare la maratona tra i runner con o senza degenerazione discale.

Questi risultati sono in linea con quelli di uno studio pilota precedente (https://www.fisiobrain.com/corsa-e-salute-dei-dischi-intervertebrali/) che non ha mostrato effetti negativi della corsa a livello lombare in runner esperti. In questo studio precedente, è stata mostrata una salute migliore dei IVD nei runner con più anni di esperienza e con distanze maggiori percorse settimanalmente. Un altro studio precedente (https://www.fisiobrain.com/la-corsa-rinforza-i-dischi-intervertebrali/) ha mostrato un impatto positivo della corsa sulla salute dei IVD in runner con attività moderata e intensa.

In conclusione, correre 800 km in 4 mesi e successivamente una prima maratona non determina effetti negativi sulla colonna lombare, anche in presenza di alterazioni degenerative non sintomatiche. Inoltre, alcune alterazioni dell’articolazione sacroiliaca potrebbero regredire.

Horga LM, Henckel J, Fotiadou A, Di Laura A, Hirschmann AC, Lee R, Hart AJ. What happens to the lower lumbar spine after marathon running: a 3.0 T MRI study of 21 first-time marathoners. Skeletal Radiol. 2021 Sep 20.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34541607/

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