Associazione tra parametri dell’allenamento e infortuni associati alla corsa
La corsa è un’attività fisica molto diffusa, con benefici fisici e psicologici importanti. È un’attività associata frequentemente a infortuni da sovraccarico, con un’incidenza degli infortuni associati alla corsa (RRI) che può raggiungere anche l’85% ogni anno. I RRI possono verificarsi quando lo stress meccanico applicato a articolazioni, muscoli, tendini o ossa eccede la tolleranza al carico.
I risultati degli studi che hanno indagato l’associazione tra i parametri dell’allenamento (distanza, intensità, frequenza, etc.) e il rischio di subire un RRI sono molto eterogenei.
L’obiettivo di questa revisione sistematica è stato sintetizzare le evidenze sull’incidenza dei RRI agli arti inferiori e indagare la relazione tra la loro insorgenza e i parametri dell’allenamento (distanza, durata, frequenza e intensità) e i cambiamenti recenti in questi parametri.
Sono stati inclusi 33 studi prospetti e 3 RCT con 23047 runner (3315 runner principianti, 7888 runner amatoriali, 414 runner professionisti e 11430 runner con esperienza mista).
L’incidenza dei RRI negli studi inclusi variava tra l’8.8% e il 91.3%, in base alla popolazione studiata, durata del follow-up e definizione di RRI. Nello specifico, l’incidenza dei RRI è stata del 14.9% nei runner principianti, 26.1% nei runner amatoriali, 62.6% nei runner professionisti e 27.6% nei runner con esperienza mista.
Le regioni più frequentemente infortunate sono state ginocchio (25.8%), caviglia/piede (24.4%) e gamba (20.9%).
Circa la metà (48%) dei runner principianti abbandonano la corsa a causa di un infortunio. Di conseguenza, è importante ridurre il rischio di RRIs per mantenere la partecipazione alla corsa e i benefici che ne conseguono.
I risultati di questo studio hanno mostrato evidenze contrastanti sul ruolo di specifici parametri di allenamento (distanza, durata, frequenza, intensità) e sui recenti cambiamenti nell’allenamento sull’insorgenza dei RRI. I risultati contrastanti, come per altri studi precedenti, sono probabilmente conseguenti ad una mancanza di linee guida per definire e riportare i RRI e standardizzare la durata del follow-up. È necessaria anche una definizione più precisa di runner principiante, amatoriale e professionista. Infatti, meno del 40% degli studi inclusi usano la definizione di RRI di Yamato (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25808527/), o una definizione simile. Inoltre, la relazione tra i parametri dell’allenamento e i RRI è probabilmente molto più complessa rispetto ad indagare esclusivamente i parametri dell’allenamento. Ad esempio, altri fattori possono contribuire all’insorgenza dei RRI, come la biomeccanica, la capacità di carico e lo stile di vita (fumo, alcol, alimentazione, sonno, fattori psicologici, etc.). È importante inoltre misurare e riportare i dati in modo più oggettivo, ad esempio utilizzando dispositivi GPS indossabili per inquadrare più correttamente i parametri dell’allenamento.
Attribuire la causa dei RRI esclusivamente al carico di allenamento (carico esterno) fallisce nell’indagare la moltitudine di fattori correlati all’individuo (carico interno), fattori che variano tra i runner e anche per lo stesso runner nel corso di un programma di allenamento.
Fredette A, Roy JS, Perreault K, Dupuis F, Napier C, Esculier JF. The association between running injuries and training parameters: A systematic review. J Athl Train. 2021 Sep 3.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34478518/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Passione Evidence-Based. Con la speranza di diventare un Fisioterapista migliore
https://samuelepassigli.wordpress.com/
https://orcid.org/0000-0003-2862-0116
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