Instabilità cronica di caviglia
I sintomi acuti dopo una distorsione di caviglia si risolvono velocemente, ma molte persone riportano problemi persistenti, come dolore e instabilità. L’instabilità cronica di caviglia (CAI) è uno dei disturbi residui più frequenti.
Nonostante l’elevata prevalenza del CAI, rimane un fenomeno poco compreso, con conseguente inconsistenza nella terminologia, nella definizione, nelle ipotesi sugli impairment e nel contributo degli impairment alla limitazione delle attività e alla restrizione della partecipazione. Probabilmente il CAI rappresenta una condizione eterogenea. L’abilità nel definire dei sottogruppi omogenei potrebbe permettere di concentrare l’attenzione in gruppi di pazienti con caratteristiche cliniche simili, in modo tale da sviluppare specifiche strategie di trattamento e prevenzione.
Le caratteristiche più descritte del CAI comprendono la sensazione di cedimento, l’instabilità meccanica, il dolore, il gonfiore, la perdita di forza, le distorsioni ricorrenti e l’instabilità funzionale. In passato erano stati descritti 2 sottogruppi: soggetti con instabilità meccanica e soggetti con instabilità funzionale. Ma, nonostante l’instabilità meccanica sia universalmente definita come una lassità patologica dei legamenti, non esiste una definizione condivisa dell’instabilità funzionale di caviglia.
Hertel ha proposto un modello dove l’instabilità funzionale (instabilità percepita) e l’instabilità meccanica sono parte di un continuum; in questo modello, le distorsioni ricorrenti si verificano quando entrambe le condizioni sono presenti. Secondo Hertel, l’instabilità funzionale potrebbe essere il risultato di un’alterazione della propriocezione e del controllo neuromuscolare.
Comunque, l’esistenza di soggetti con sensazione di cedimento persistente e lassità legamentosa dopo una distorsione di caviglia, ma senza episodi di recidiva, ha portato ad una evoluzione di questo modello.
Il nuovo modello, basato su studi recenti, propone l’esistenza di 7 sottogruppi di CAI. Il concetto originario di sottogruppi basati sull’instabilità meccanica, sull’instabilità percepita e sulle distorsioni ricorrenti rimane lo stesso, ma è stato proposto che ognuno di questi possa esistere indipendentemente o in combinazione.
Hiller CE, Kilbreath SL, Refshauge KM. Chronic ankle instability: evolution of the model. J Athl Train. 2011 Mar-Apr;46(2):133-41.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21391798/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Passione Evidence-Based. Con la speranza di diventare un Fisioterapista migliore
https://samuelepassigli.wordpress.com/
https://orcid.org/0000-0003-2862-0116
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