Effetti fisiologici del dry needling
La sindrome dolorosa miofasciale è una diagnosi frequente nei pazienti con dolore muscoloscheletrico associato a trigger point miofasciali (MTrPs) attivi e latenti. Il dry needling (DN), conosciuto anche come stimolazione intramuscolare, rappresenta una tecnica di trattamento dei MTrPs, tramite l’utilizzo di un ago filiforme, sottile e solido. Rappresenta una tecnica molto diffusa con un numero di studi crescente che dimostra gli effetti clinici.
Il meccanismo di azione del DN nella disattivazione dei MTrPs non è ancora stato compreso. Inoltre, molte conoscenze sugli effetti fisiologici del DN derivano, direttamente o indirettamente, dalla letteratura sull’agopuntura. Nonostante esistano delle somiglianze tra il DN e l’agopuntura, le differenze sono significative per obiettivi, modelli teorici e soprattutto dettagli tecnici: movimento dell’ago, profondità, forza di stimolazione ed elicitazione della “local twitch response (LTR)” (il DN è più efficace quando la LTR è evocata).
Un DN profondo sembra essere più efficace nella riduzione del dolore rispetto ad una stimolazione più superficiale.
Il DN potrebbe ridurre l’attività elettrica spontanea del muscolo, responsabile della formazione della bandelletta contratta, elicitando la LTR. Numerosi studi hanno evidenziato come il DN incrementi il flusso sanguigno e l’ossigenazione a livello muscolare, probabilmente per il rilascio di sostanze vasoattive. L’elicitazione della LTR riduce nel breve termine la concentrazione di sostanza P e del peptide correlato al gene della calcitonina, agenti algogeni responsabili dell’attivazione dei nocicettori periferici nei soggetti con MTrPs. Il DN potrebbe determinare inoltre un effetto neurofisiologico sulla sensibilizzazione centrale attivando i centri superiori coinvolti nell’elaborazione del dolore. Nei soggetti con dolore cronico e sensibilizzazione centrale è fondamentale non aumentare il dolore durante il trattamento; di conseguenza, il DN potrebbe essere una strategia di trattamento da considerare, anche se l’allodinia e l’iperalgesia potrebbero ridurre l’efficacia. E’ stato ipotizzato che il DN influenzi anche i sistemi inibitori discendenti serotoninergici e noradrenergici e il rilascio di oppioidi, sebbene le evidenze a riguardo siano limitate.
Alcuni studi hanno investigato gli effetti remoti (da distale a prossimale e controlaterali) del DN, ma le evidenze sono contrastanti. Secondo alcuni autori, il DN di un MTrP distale potrebbe ridurre l’irritabilità di un MTrP prossimale.
Naturalmente, la riduzione del dolore per l’effetto placebo deve essere considerato durante l’esecuzione del DN.
In conclusione, gli effetti e i meccanismi del DN sono estremamente complessi e interessano circuiti sia centrali sia periferici con risposte fisiologiche e psicosociali. Per approfondire i meccanismi del DN sul dolore, è necessario sviluppare dei modelli adeguati di comprensione del dolore cronico da applicare alla ricerca.
Cagnie B, Dewitte V, Barbe T, Timmermans F, Delrue N, Meeus M. Physiologic effects of dry needling. Curr Pain Headache Rep. 2013;17(8):348.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23801002/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Passione Evidence-Based. Con la speranza di diventare un Fisioterapista migliore
https://samuelepassigli.wordpress.com/
https://orcid.org/0000-0003-2862-0116
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