Accuratezza diagnostica dei test clinici per le lesioni della sindesmosi di caviglia

Le distorsioni di caviglia rappresentano l’infortunio più frequente nella popolazione sportiva e, in una percentuale compresa tra l’1% e il 20%, interessano la sindesmosi tibioperoneale (o sindesmosi di caviglia). Le lesioni della sindesmosi tibioperoneale sono di difficile valutazione e diagnosi e, di conseguenza, sono spesso misconosciute nella clinica, determinando in alcuni casi scelte di trattamento non appropriate con cronicizzazione dei sintomi.

Le lesioni della sindesmosi di caviglia sono differenziate da altre lesioni legamentose in base all’anamnesi, compreso il meccanismo traumatico, e all’esame clinico. La dorsiflessione e la rotazione esterna con il piede in appoggio rappresentano il meccanismo traumatico più frequentemente descritto in letteratura. Dopo un trauma alla sindesmosi di caviglia, è presente dolore alla palpazione dei legamenti tibioperoneali anteriore e posteriore e in alcuni casi in fase acuta gonfiore, sebbene limitato poiché il danno tissutale è extracapsulare.

I test clinici comunemente utilizzati comprendono la palpazione dei legamenti tibioperoneali, lo stress test in dorsiflessione con rotazione esterna, lo squeeze test, la traslazione peroneale e il Cotton test, sebbene la loro accuratezza e affidabilità non sia stata studiata adeguatamente. L’artroscopia è la tecnica più affidabile per diagnosticare con accuratezza le lesioni della sindesmosi di caviglia, ma l’impiego è riservato alle lesioni più gravi. La risonanza magnetica ha comunque un’elevata specificità e sensibilità, simili all’artroscopia.

Gli studi che indagano l’affidabilità e l’accuratezza dei test clinici sono limitati e, di conseguenza, l’accuratezza diagnostica dei test clinici diagnostici è incerta. Lo squeeze test sembra essere l’unico test con risultati clinici importanti. Nussbaum et al. hanno riportato una relazione statisticamente significativa tra uno squeeze test positivo e un’assenza maggiore dalle competizioni. Questo risultato potrebbe indicare che lo squeeze test, sebbene non rappresenti uno strumento diagnostico clinicamente utile, potrebbe essere un utile strumento prognostico.

Nessun test clinico sembra essere sufficiente per identificare con certezza una lesione della sindesmosi di caviglia. Probabilmente una combinazione di test e l’inclusione di altri criteri, come i sintomi e il meccanismo traumatico, possono assistere nella diagnosi. Ulteriori studi con l’utilizzo della risonanza magnetica e dell’artroscopia come standard di riferimento sono necessari, poiché l’abilità dei test clinici di diagnosticare con accuratezza una lesione della sindesmosi di caviglia, senza la necessità di utilizzare tecniche di imaging, permetterebbe una gestione precoce riducendo il rischio di sintomi persistenti, limitando inoltre i costi.

Sman AD, Hiller CE, Refshauge KM. Diagnostic accuracy of clinical tests for diagnosis of ankle syndesmosis injury: a systematic reviewBr J Sports Med. 2013;47(10):620–628.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23222193/

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