Recupero da danno muscolare indotto da esercizio: bici o corsa?
L’attività sportiva, in modo particolare se con predominanza di contrazioni eccentriche, può determinare una condizione conosciuta come “danno muscolare indotto dall’esercizio” (EIMD). In risposta al danno tissutale, si verificano cambiamenti funzionali e fisiologici, come rigidità muscolare, riduzione della forza, aumento dei livelli sanguigni di proteine muscolari e dolore muscolare a insorgenza ritardata (DOMS). Questi cambiamenti limitano la performance e aumentano il rischio di infortunio.
Sebbene la biopsia muscolare permetta di valutare il grado di EIMD, misurazioni indirette del recupero muscolare meno invasive, più economiche e semplici sono utilizzate frequentemente da clinici e ricercatori, come massima contrazione volontaria isometrica (MVIC), concentrazione nel sangue di creatinchinasi (CK)e lattato deidrogenasi (LDH) e DOMS (valutati soggettivamente).
Per ottimizzare il recupero post-esercizio sono utilizzate numerose strategie, come crioterapia, massaggio e recupero attivo. In particolare, il recupero attivo con attività di resistenza a intensità bassa o moderata, come corsa e ciclismo, è frequentemente utilizzato per contrastare gli effetti negativi dell’EIMD per aumento del flusso sanguigno (che può favorire riparazione tissutale e rimozione dei cataboliti) e rilascio di endorfine (che hanno effetto analgesico e possono ridurre la percezione dolorosa dei DOMS).
Dato che corsa e ciclismo hanno caratteristiche differenti (la corsa prevede un’importante componente eccentrica in fase di appoggio, il ciclismo quasi esclusivamente contrazioni concentriche), una domanda che necessita di una risposta è la seguente:
Qual è l’attività migliore per il recupero del danno muscolare indotto dall’esercizio?
Di conseguenza, l’obiettivo di questo studio è stato valutare l’effetto di due strategie a intensità moderata frequentemente utilizzate per il recupero attivo (corsa e bici) sui marker indiretti di EIMD.
Sono stati inclusi nello studio 30 studenti attivi (età compresa tra 18 e 30 anni), successivamente randomizzati in 3 gruppi: 1) gruppo di controllo, 2) gruppo corsa e 3) gruppo bici. Sono stati valutati i parametri indiretti di danno muscolare (MVIC, DOMS, CK e LDH) e, successivamente, dopo un riscaldamento, è stato indotto un protocollo di EIMD tramite 50 ripetizioni eccentriche massimali di quadricipite (5 serie da 10 ripetizioni massimali, 30 secondi di riposo tra le serie) al dinamometro isocinetico. Al termine di questo protocollo, dopo 24 e 48 ore, i partecipanti inclusi nei gruppi corsa e bici hanno eseguito il programma di recupero attivo (per il gruppo running, 30 minuti di corsa su treadmill al 60% del VO2peak; per il gruppo bici, 30 minuti di pedalata su cicloergometro al 60% del VO2peak). Le misurazioni di MVIC, DOMS, CK e LDH) sono state ripetute per tutti i gruppi dopo 24, 48 e 72 ore.
I principali risultati dello studio sono stati che: (1) forza e DOMS hanno presentato una risposta negativa dopo il protocollo di danno muscolare, ma non i marker ematici; (2) il recupero attivo con il ciclismo è stato più efficace nel ridurre i livelli di LDH e DOMS rispetto al riposo, mentre il recupero attivo con la corsa è stato più efficace del riposo solo per la risposta LDH e (3) il ciclismo è stato più efficace per recupero della forza e riduzione dei DOMS rispetto alla corsa.
È interessante notare che i livelli di CK e LDH non sono stati statisticamente differenti tra la valutazione prima e dopo l’esecuzione del protocollo di danno muscolare. Il rilascio di CK in genere raggiunge il picco tra 2 e 7 giorni dopo l’esercizio, mentre l’LDH ha un aumento più significativo tra 2 e 5 giorni. Pertanto, è possibile che la risposta di queste proteine sia stata valutata al di fuori del loro periodo di massimo rilascio.
Il recupero attivo è stato efficace per ridurre i livelli di LDH, probabilmente per l’aumento del flusso sanguigno che può contribuire a una rimozione maggiore e più rapida dei cataboliti, contribuendo quindi alla riparazione tissutale.
Entrambe le strategie di recupero attivo promuovono l’aumento del flusso sanguigno, ma tra corsa e riposo non sembrano essere presenti differenze per il dolore percepito come conseguenza dei DOMS. La corsa ha un’importante componente eccentrica che determina uno stress muscolare, in particolare quadricipite. La bici determina principalmente contrazioni concentriche, con stress muscolare minore.
La MVIC è considerato il marker indiretto più rilevante di danno muscolare. Uno dei possibili meccanismi alla base del ripristino dei livelli di forza è la riduzione del dolore nei gruppi muscolari coinvolti. Di conseguenza, il recupero attivo con la bici sembra essere una strategia appropriata per il recupero del quadricipite post-esercizio, a differenza del recupero attivo con la corsa.
Studi futuri dovrebbero confrontare la bici con altre strategie di recupero attivo, come ad esempio esercizi in acqua e nuoto che, come per il ciclismo, limitano le contrazioni eccentriche. Inoltre, potrebbe essere interessante indagare differenti volumi rispetto a quelli proposti per il recupero attivo.
In conclusione, la bici potrebbe avere un effetto positivo maggiore sui marker indiretti di danno muscolare, se confrontata con recupero passivo o corsa a moderata intensità. Questa strategia può ottimizzare il processo di recupero del EIMD nei muscoli estensori di ginocchio.
de Azevedo Franke R, et al. Moderate intensity cycling is better than running on recovery of eccentric exercise-induced muscle damage. Phys Ther Sport. 2021 Jul;50:65-73.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33932873/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Passione Evidence-Based. Con la speranza di diventare un Fisioterapista migliore
https://samuelepassigli.wordpress.com/
https://orcid.org/0000-0003-2862-0116
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