Outcome della tendinopatia achillea o rotulea in fase iniziale in atleti professionisti

Negli atleti con tendinopatia achillea o rotulea, sintomi e riduzione di performance possono persistere per molto tempo, con una percentuale elevata che non riprende mai l’attività sportiva al livello precedente, con una potenziale interruzione della carriera agonista.

Le caratteristiche della tendinopatia achillea e rotulea cronica (durata dei sintomi > 3 mesi), come dolore localizzato alla palpazione, dolore durante le attività e cambiamenti strutturali, sono descritte in letteratura con molta precisione. Non è chiaro però l’ordine con il quale queste caratteristiche si verifichino nelle prime fasi della tendinopatia.

La presenza di alterazioni all’ecografia (aree ipoecogene, aumento di spessore o aumento della vascolarizzazione osservato con Doppler) in tendini rotulei o di Achille asintomatici è altamente predittiva di una futura tendinopatia persistente. Ad esempio, è stato suggerito che la tendinopatia può essere preceduta di molti anni da un turnover del collagene alterato. Questa patogenesi della tendinopatia mostra come i sintomi rappresentino solo la punta dell’iceberg.

Nei runner amatoriali con tendinopatia, i miglioramenti clinici sono maggiori quando la durata dei sintomi è minore di un mese, indicando che se il disturbo è diagnosticato nelle fasi iniziali l’outcome può essere più favorevole.

L’obiettivo principale di questo studio osservazionale prospettico è stato indagare la presenza di cambiamenti clinici e all’imaging nel corso di 12 settimane in atleti professionisti da varie discipline con sintomi di tendinopatia achillea o rotulea presenti da meno di 3 mesi. Obiettivo secondario è stato confrontare la tendinopatia in atleti con sintomi presenti da meno di un mese, 1–2 mesi e 2–3 mesi per valutare l’associazione tra alterazioni tendinee e durata dei sintomi.

Le valutazioni iniziale e a 12 settimane comprendevano esame clinico, test funzionali (salti monopodalici con ginocchio esteso per la tendinopatia achillea e squat monopodalico su piano inclinato di 25° per la tendinopatia rotulea), valutazione con imaging (ecografia e risonanza magnetica) e questionari (VISA-A o VISA-P). I partecipanti hanno ricevuto indicazioni sulla gestione del carico (modifica delle attività in base al dolore) utilizzando un modello di monitoraggio del dolore (il dolore non doveva eccedere un punteggio di 5 durante e dopo l’allenamento). Ai partecipanti è stato chiesto di evitare l’assunzione di farmaci antinfiammatori per la durata dello studio.

I risultati dello studio hanno mostrato che le alterazioni strutturali all’imaging caratterizzano le prime fasi della tendinopatia rotulea e achillea, senza cambiamenti nel corso del tempo (12 settimane). Di contro, in questo periodo è stata osservata una parziale risoluzione dei sintomi. Questo risultato indica che i sintomi della fase iniziale della tendinopatia migliorano clinicamente dopo 12 settimane con la gestione del carico, ma senza cambiamenti morfologici.

Una diagnosi molto precoce non sembra determinare gli stessi benefici osservati in studi precedenti in atleti amatoriali. Questo risultato potrebbe essere conseguente alla difficoltà degli atleti professionisti di ridurre il carico tendineo. Inoltre, i miglioramenti nei sintomi nella tendinopatia rotulea sono inferiori a quelli della tendinopatia achillea, suggerendo che il tendine rotuleo ha un recupero più lento del tendine di Achille.

Meulengracht CS, et al. Clinical and Imaging Outcomes Over 12 Weeks in Elite Athletes With Early-Stage Tendinopathy. Scand J Med Sci Sports. 2024 Oct;34(10):e14732.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39358891/

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