Un protocollo di trattamento del rachide cervicale superiore per dizziness cervicogenica
La dizziness cervicogenica (DC), definita come la sensazione di movimento del corpo nello spazio derivante da una disfunzione del collo, è comune tra i soggetti con vertigini di origine periferica. Il rachide cervicale superiore, infatti, è una delle aree più cruciali per il sistema somestesico e il deterioramento in quest’area può causare vertigini a causa di un’alterazione delle informazioni provenienti dai meccanocettori.
Purtroppo non esiste un gold standard per la diagnosi di DC, sono le caratteristiche cliniche ad essere essenziali per identificarla: sensazione come di ubriachezza, propriocezione cervicale alterata, movimento cervicale limitato e dolore al collo, incapacità di lavorare o svolgere attività quotidiane a causa delle vertigini.
L’alta concentrazione di fusi neuromuscolari nel rachide cervicale superiore, direttamente correlati al sistema visivo e vestibolare, può causare maggiori probabilità di instabilità e disturbi visivi nei soggetti con problemi a carico di questo tratto del rachide. Alcuni studi suggeriscono che questi soggetti potrebbero trarre beneficio dal trattamento del rachide cervicale, ad esempio la terapia manuale ha dimostrato di essere efficace nel diminuire l’intensità e la frequenza delle vertigini, migliorare il ROM del rachide cervicale e la disabilità autopercepita dal paziente. I trattamenti più utilizzati sono la mobilizzazione e la manipolazione cervicale, anche se a supporto c’è solo una moderata quantità di evidenze e sono necessarie ulteriori ricerche sull’argomento.
Le linee guida per il trattamento in sicurezza del rachide cervicale indicano che le tecniche di manipolazione nella posizione di end range e gli impulsi in rotazione dovrebbero essere evitati. La maggior parte degli studi pubblicati ha seguito questi criteri di sicurezza senza tuttavia menzionarli espressamente, per cui sono necessari trial clinici randomizzati controllati che seguano questi criteri per fornire evidenze su queste tecniche. Questo studio aveva l’obiettivo di analizzare se un protocollo di manipolazione in trazione del rachide cervicale superiore nella posizione di riposo riduce la disabilità autopercepita dei pazienti e l’intensità delle vertigini e migliora il range di movimento cervicale.
Sono stati inclusi nello studio 40 soggetti (32 donne e 8 uomini, età media 54 ± 14.09 anni) inviati dall’otoneurologo, con età maggiore di 18 anni, dizziness associata a rigidità o dolore al collo, indicazione [ipomobilità nelle articolazioni atlo-occipitale (AO), atlo-assiale (AA) e C2-C3] per trattamento di manipolazione in trazione. I criteri di esclusione sono stati: dizziness diversa da DC (ad esempio malattia di Ménière, vertigine parossistica posizionale benigna, problemi del sistema nervoso centrale o del sistema vestibolare), aver ricevuto trattamenti cervicali negli ultimi 3 mesi, condizioni a carico del rachide cervicale, bandiere rosse per patologie gravi.
L’outcome primario, disabilità autopercepita dei pazienti, è stata misurata con il Dizziness Handicap Inventory (DHI), gli outcome secondari, intensità della dizziness e mobilità cervicale, rispettivamente con scala visuo-analogica e uno strumento per misurare il ROM cervicale, oltre a numeric pain rating scale (NPRS) per valutare il dolore durante i movimenti cervicali. I dati sono stati registrati in 3 momenti: alla base line (T0), dopo 48 ore (T1) e al follow up dopo un mese (T2).
Il protocollo di intervento prevedeva 3 sessioni di trattamento, ognuna della durata di 11 minuti e suddivisa in tre sezioni: sezione pre-manipolativa, sezione trazione-manipolazione in posizione di riposo e sezione post-manipolazione. L’obiettivo della sezione pre-manipolativa era quello di garantire l’indicazione e la sicurezza per la manipolazione, seguendo le raccomandazioni dell’International Federation of Orthopedic Manipulative Physical Therapists (IFOMPT). Le tecniche pre-manipolative utilizzate sono state le valutazioni dell’arteria vertebrale, del legamento trasverso, della stabilità in trazione, della stabilità laterale e dei legamenti alari. La trazione è stata testata per garantire che non comparissero effetti avversi. Prima della procedura di manipolazione, è stato eseguito un massaggio funzionale per fornire relax al paziente. Nella seconda sezione del protocollo di trattamento, è stata applicata una tecnica ad alta velocità e bassa ampiezza di manipolazione nella direzione di trazione secondo Kaltenbornin in posizione di riposo, diretta alle articolazioni OA, AA e C2-C3. Sono stati trattati solo i segmenti che mostravano ipomobilità e una sensazione di end feel più “fermo” del normale. Dopo la sezione trazione-manipolazione, il paziente è rimasto rilassato per un minuto in posizione supina, essendo questa l’ultima sezione del protocollo di intervento (sezione post-manipolativa).
I soggetti sottoposti al protocollo di trattamento hanno riferito una minore intensità della dizziness a T1 e T2, mentre nei soggetti del gruppo di controllo è rimasta stabile. Riguardo la disabilità misurata con DHI, sono state riscontrate differenze significative tra i due gruppi a T1 e T2 nei punteggi totali del questionario, nella scala funzionale, nella scala emozionale e nella scala fisica. La valutazione del ROM cervicale ha mostrato un aumento della mobilità in tutti i piani di movimento nei soggetti del gruppo di intervento al follow up (T2). NPRS non ha evidenziato differenze significative tra i due gruppi, ma il gruppo di intervento ha mostrato miglioramenti statistici a T1 e T2 rispetto a T0.
Secondo gli autori, i risultati promettenti dello studio indicano che questo protocollo sembra ridurre l’intensità delle vertigini e della disabilità autopercepita dai pazienti, oltre a miglioramenti nella mobilità cervicale, con effetti mantenuti al follow-up a quattro settimane.
Carrasco-Uribarren A, Rodríguez-Sanz J, López-de-Celis C, Fanlo-Mazas P, Cabanillas-Barea S. An upper cervical spine treatment protocol for cervicogenic dizziness: a randomized controlled trial. Physiother Theory Pract. 2021 Sep 8:1-10.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34496721/
Fisioterapista, MSc, OMPT
Hai domande, suggerimenti o riferimenti a studi scientifici interessanti? Condividili con un commento!