Effetti della manipolazione della cadenza sull’appoggio del piede nei runner

Negli ultimi anni molti studi hanno indagato le forze di impatto nella corsa, correlando forze di impatto maggiori con numerosi infortuni. Le forze di impatto a livello di ginocchio e anca sono maggiori nei runner con un appoggio di tallone se confrontate con i runner con un appoggio di retropiede o mesopiede. Di conseguenza, modificare lo schema di appoggio attraverso il running retraining potrebbe rappresentare una strategia per ridurre le forze di impatto e gli infortuni legati alla corsa. Lo studio di Heiderscheidt et al. del 2011 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20581720) ha mostrato che un aumento della cadenza del 5% è sufficiente per ridurre le forze di impatto e alcune variabili cinematiche, come la lunghezza del passo, l’escursione del centro di massa e l’angolo di inclinazione del piede al contatto al suolo. Un aumento della cadenza potrebbe quindi ridurre il rischio di infortunio. La manipolazione della cadenza rappresenta, inoltre, una strategia di running retraining molto semplice e pratica nel setting clinico, necessitando esclusivamente ad esempio di un metronomo per un feedback uditivo.
L’obiettivo di questo studio è stato indagare gli effetti della manipolazione della cadenza sull’appoggio del piede in runner amatoriali con un pattern di appoggio di tallone. Obiettivo secondario è stato descrivere gli effetti della manipolazione della cadenza a percentuali specifiche al di sopra della cadenza preferita sull’angolo di inclinazione del piede al contatto iniziale al suolo.
Sono stati inclusi 40 runner sani con appoggio di tallone al loro passo e alla loro cadenza preferiti. Durante la corsa su treadmill, sono stati raccolti i dati di interesse in 4 condizioni differenti: cadenza preferita, +5% di cadenza, +10% di cadenza e +15% di cadenza. La modificazione della cadenza è stata mantenuta con un metronomo e con un feedback visivo.
I risultati dello studio hanno mostrato un angolo di inclinazione del piede medio di 13.6 gradi alla cadenza preferita, di 10.3 gradi a +5% di cadenza, di 8.77 gradi a +10% di cadenza e di 6.04 gradi a +15% di cadenza. La riduzione media dell’angolo di inclinazione del piede è stata statisticamente significativa con l’aumentare della cadenza. La cadenza media è stata 165 alla cadenza preferita, 173 a +5% di cadenza, 181 a +10% di cadenza e 189 a +15% di cadenza. La percentuale di un appoggio non di tallone è aumentata dallo 0% alla cadenza preferita al 10% a +5% di cadenza, al 17.5% a +10% di cadenza e al 30% a +15% di cadenza. In sintesi, sono stati osservati cambiamenti significativi con l’aumento della cadenza sia nell’angolo di inclinazione del piede sia nel pattern di appoggio.

Questi risultati suggeriscono che la manipolazione della cadenza può rappresentare una strategia per modificare l’appoggio del piede solamente in una percentuale ridotta di runner. Il 70% dei runner inclusi nello studio hanno continuato infatti a correre con un appoggio di tallone anche con un aumento della cadenza. Di conseguenza, se l’obiettivo è modificare l’appoggio del piede da un appoggio di retropiede a un appoggio di mesopiede/avampiede, altri metodi potrebbero essere più efficaci.
Un’osservazione interessante fatta dagli autori dello studio, sebbene non approfondita, è che la maggior parte dei runner che hanno modificato l’appoggio del piede presentavano un angolo di inclinazione del piede al contatto iniziale molto piccolo alla loro cadenza preferita. Questo fattore potrebbe facilitare la transizione a un appoggio di mesopiede/avampiede con un aumento della cadenza. L’aspetto probabilmente più significativo di questo studio è la riduzione dell’angolo di inclinazione del piede con l’aumento della cadenza. Wille et al. (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25156183) hanno mostrato una correlazione una la riduzione dell’angolo di inclinazione del piede e una riduzione della forza di reazione del suolo al contatto iniziale. E’ possibile quindi ipotizzare che una riduzione dell’angolo di inclinazione del piede con un aumento della cadenza anche del 5% possa avere effetti positivi nel ridurre le forze di impatto e, potenzialmente, il rischio di infortunio.

Nel running retraining la manipolazione della cadenza può essere utilizzata per modificare lo schema di appoggio in una ridotta percentuale di runner, ma soprattutto per ridurre l’angolo di inclinazione del piede per cercare di ridurre le forze di impatto per ricercare un effetto positivo nella prevenzione e nella riabilitazione degli infortuni.

Allen DJ, Heisler H, Mooney J, Kring R. THE EFFECT OF STEP RATE MANIPULATION ON FOOT STRIKE PATTERN OF LONG DISTANCE RUNNERS. Int J Sports Phys Ther. 2016 Feb;11(1):54-63.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26900500/

1 commento

  • Samuele Passigli

    Gli infortuni nella corsa sono sicuramente multifattoriali. La biomeccanica della corsa ha comunque un ruolo importante nell’insorgenza e nel mantenimento dei sintomi. Le variabili cinematiche possono essere valutate con una semplice analisi video durante la corsa su treadmill, utilizzando videocamere ad alta definizione o, semplicemente, applicazioni per smartphone e tablet. Nonostante alcuni studi abbiano identificato delle differenze nella cinetica tra la corsa su treadmill e la corsa all’aperto, i pattern cinematici sono molto simili nelle due differenti condizioni. L’articolo di Souza del 2016 (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26616185) propone uno schema per un’analisi video della biomeccanica della corsa sui piani sagittale e frontale. Analisi che permettere di individuare quelle variabili di interesse che potrebbero avere un ruolo negli infortuni. Nell’articolo è discusso anche l’angolo di inclinazione del piede al contatto al suolo.

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